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La spesa pubblica si governa, non si taglia
Finanza pubblica La concezione della «spending review» all’italiana contempla solo la riduzione delle uscite non invece, come sarebbe più corretto, una vera politica economica del complesso delle attività statali a cominciare dalle entrate e dalla programmazione del bilancio. È un modello rozzo e fallimentare, incapace di arginare la crisi
– Georges Lafosse
Finanza pubblica La concezione della «spending review» all’italiana contempla solo la riduzione delle uscite non invece, come sarebbe più corretto, una vera politica economica del complesso delle attività statali a cominciare dalle entrate e dalla programmazione del bilancio. È un modello rozzo e fallimentare, incapace di arginare la crisi
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 22 febbraio 2014
La crisi europea e italiana, in particolare, è legata alla fine di un certo paradigma economico e all’architettura della moneta unica europea. La pubblicistica associa la crisi all’eccesso di spesa pubblica, diversamente declinata, ma il vincolo strutturale europeo risiede negli squilibri della bilancia dei pagamenti. Restando all’Italia, è il caso di ricordare che la spesa pubblica italiana, al netto della spesa per il servizio del debito, rimane tra le più contenute dei paesi europei, mentre l’avanzo primario (vedi De Cecco su il manifesto del 15 gennaio), genera una contrazione della domanda, trasferendo l’onere dell’aggiustamento fiscale alle nuove generazioni. In questo...