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La strumentalità della fortezza Europa

La strumentalità della fortezza EuropaMigranti nel centro di Kuznitsa, dal lato bielorusso della frontiera con la Polonia – Maxim Guchek/BelTA via AP

Crisi dei profughi La Ue si fa spaventare da poche migliaia di persone perché è incapace di pensare il proprio ruolo in un mondo sempre più piccolo e integrato

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 20 novembre 2021
Il piccolo dittatore Lukashenko, tirapiedi di Putin, e il torvo e potente Erdogan ricattano i propri cittadini in nome della sicurezza, della patria o dei valori religiosi tradizionali. Ma anche le pseudo-democrazie autoritarie apprezzano e usano l’arma del ricatto. È il caso di Polonia e Ungheria, troppo deboli per imporre una prospettiva strategica all’Europa, ma abbastanza forti per condizionare le scelte politiche ed economiche dell’Ue. Oggi, lo strumento del ricatto è costituito da poche migliaia di profughi – afghani, iracheni ecc. – ammassati nella no man’s land tra Bielorussia, Polonia e Lituania. Lukashenko ha spinto i profughi alla frontiera polacca...

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