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La suora del Celio

Cartelli di strada   Un modo per imboscarsi era di marcare visita, d’inventarsi un malanno convincente che dispensasse dal servizio per beneficiare di un periodo di riposo quanto più possibile prolungato. In realtà, […]

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 20 febbraio 2016
Un modo per imboscarsi era di marcare visita, d’inventarsi un malanno convincente che dispensasse dal servizio per beneficiare di un periodo di riposo quanto più possibile prolungato. In realtà, più che al riposo, si mirava all’allontanamento dall’ambiente di caserma per il quale si nutriva un’avversione viscerale: non avendo trovato un sotterfugio per evitare la leva obbligatoria, almeno si cercava di accorciarla. L’ideale, per noi, si materializzava in un’infermeria presidiaria o, magari, nell’ospedale vero e proprio. E che c’era di meglio, nella capitale, del Celio? L’ospedale militare, dal nome del colle dov’è situato, appariva un caravanserraglio per gli imboscati (interpreti persuasivi...

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