Lavoro

La terza generazione del precariato: i voucher

La terza generazione del precariato: i voucher

Quinto stato Un proletariato intermittente composto da un milione e 392 mila persone. Hanno guadagnato in media 633 euro nel 2015. Il governo intende renderli "tracciabili". Per Cgil e Uil è un rimedio inutile: "Il voucher maschera l’elusione, è una forma di precariato estremo e povero". Storia della nuda vita messa al lavoro

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 23 marzo 2016
I «voucheristi» sono la terza generazione del precariato. Un milione e 392 mila persone che nel 2015 hanno lavorato con i buoni per il lavoro accessorio. Hanno guadagnato in media 633 euro in un anno. Solo lo 0,4%, pari a circa 5 mila persone, ha guadagnato oltre i 5 mila euro. Le donne rappresentano il 52% del nuovo proletariato intermittente. I numeri assoluti sono impressionanti e rivelano il lato oscuro della propaganda renziana sui numeri del Jobs Act: nel 2015 sono stati venduti 114 milioni 921.574 mila voucher nel commercio, nei servizi e in «altre attività». Nel 2008, quando lavoravano...

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