Internazionale
La transizione e l’eredità di Sankara
Burkina Faso Balai Citoyen, il movimento leader della rivolta, si fida più dei militari che dei partiti di opposizione. Senza dubbio, la cacciata di Compaoré è dovuta a una mobilitazione popolare senza precedenti, che ora potrebbe scatenare un effetto domino. Secondo l’antropologo Mathieu Hilgers «paradossalmente Blaise ha unificato il malcontento»
Isaac Zida in piazza della Rivoluzione il 31 ottobre – Reuters
Burkina Faso Balai Citoyen, il movimento leader della rivolta, si fida più dei militari che dei partiti di opposizione. Senza dubbio, la cacciata di Compaoré è dovuta a una mobilitazione popolare senza precedenti, che ora potrebbe scatenare un effetto domino. Secondo l’antropologo Mathieu Hilgers «paradossalmente Blaise ha unificato il malcontento»
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 5 novembre 2014
Rivoluzione popolare o colpo di stato? L’incertezza nel definire ciò che sta accadendo in Burkina Faso, dopo le proteste della settimana scorsa, le dimissioni del presidente Blaise Compaoré firmate venerdì scorso e il successivo annuncio di una fase di transizione guidata dall’esercito, non assilla soltanto la stampa estera ma permea anche il dibattito politico interno in questi giorni confusi. «L’esercito ha confiscato la nostra rivoluzione», accusavano domenica scorsa i politici dell’opposizione chiamando a manifestare di nuovo per mantenere i vertici dell’esercito sotto pressione e rivendicare una transizione civile verso le prossime elezioni. Contemporaneamente, i rappresentanti del Balai Citoyen (il principale...