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La vita contro il profitto: la vera “guerra” ai tempi del coronavirus
Stato e capitale Lo stato di emergenza convive paradossalmente con la negazione dell’emergenza. Nel cuore dello stato capitalista è in atto uno scontro tra sovranità e capitale. Lo stato, infatti, non può sposare definitivamente la linea del potere capitalista senza accettare una compromissione definitiva della sua stessa giustificazione
Stato e capitale Lo stato di emergenza convive paradossalmente con la negazione dell’emergenza. Nel cuore dello stato capitalista è in atto uno scontro tra sovranità e capitale. Lo stato, infatti, non può sposare definitivamente la linea del potere capitalista senza accettare una compromissione definitiva della sua stessa giustificazione
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 29 marzo 2020
«Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Se dovesse cedere un solo anello di questa catena saremmo esposti a pericoli più grandi, per tutti». Con queste parole, la sera del 20 marzo, il premier Conte annunciava la chiusura delle attività produttive non essenziali e una restrizione ulteriore della libertà di movimento dei cittadini rispetto alle misure del precedente decreto “Cura Italia”. Eppure sin dall’inizio della crisi, accanto ai cittadini costretti a restare confinati in casa, moltissimi sono stati altrettanto costretti ad andare a lavorare, esponendosi al rischio...