Cultura
La vitale immanenza di Foucault
Intervista Parla Judith Revel del Centro Foucault di Parigi. Quello del filosofo francese è un utile dispositivo per cartografare le mappe, le via di fuga e i modi per contenere il potere
Gilles Deleuze, Michel Foucault e Jean-Paul Sartre
Intervista Parla Judith Revel del Centro Foucault di Parigi. Quello del filosofo francese è un utile dispositivo per cartografare le mappe, le via di fuga e i modi per contenere il potere
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 26 luglio 2014
Sono tre le generazioni cresciute studiando Michel Foucault, scomparso 30 anni fa. La prima lo ha conosciuto e ha frequentato le sue lezioni. La seconda si è formata sull’imponente raccolta di materiali dei Dits et Écrits pubblicati nel 1994. La terza è stata investita dalla valanga dei corsi al Collège de France che hanno modificato la percezione del filosofo. Judith Revel, ordinaria di filosofia contemporanea all’università Paris-Ouest Nanterre e membro del consiglio scientifico del Centro Foucault, si è ritrovata nel mezzo. Ha conosciuto la prima generazione e ha visto crescere la terza che oggi usa Foucault in campi diversi. «I...