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La voce di La Pira nella primavera del ’47

La voce di La Pira nella primavera del ’47Giorgio La Pira

Riforme e sinistra Architettura ed equilibri, coscienza della crisi storica, garanzie dei diritti fondamentali. Su questi presupposti si è retta per settant’anni la Repubblica.

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 3 aprile 2015
Immaginiamo il 1947. De Gasperi, di ritorno dagli Stati uniti, ha appena rotto il governo di unità antifascista e cacciato dal governo comunisti e socialisti; nelle piazze di tutta Italia impazza uno scontro duro, feroce, tra comunisti e democristiani; basta una pagina di Palmiro, con la lingua scanzonata e geniale di Luigi Di Ruscio, a farci percepire l’aria di quel dopoguerra, sospeso sull’orlo della guerra civile. Gli stessi protagonisti di quello scontro, però, intanto, a Montecitorio, nell’Assemblea Costituente, costruiscono le colonne, gli archi, i muri portanti della democrazia repubblicana. «Onorevoli colleghi, io vi chiedo di meditare con me intorno ai...

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