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La voce discordante di «Antigone»
La critica dell'emergenza «Ho sempre diffidato della parola verità e del suo uso specie quando riguarda la conoscibilità della persona», diceva. Il 7 aprile 1979, l’inchiesta padovana e poi quella romana resero evidente l’urgenza di opporsi a ricostruzioni onnivore e distruttive di soggettività.
7 aprile 1983 foto Ansa
La critica dell'emergenza «Ho sempre diffidato della parola verità e del suo uso specie quando riguarda la conoscibilità della persona», diceva. Il 7 aprile 1979, l’inchiesta padovana e poi quella romana resero evidente l’urgenza di opporsi a ricostruzioni onnivore e distruttive di soggettività.
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 22 settembre 2020
«Un ricordo di studi ormai lontani mi ha fatto sempre diffidare della parola verità e del suo uso, specie quando riguarda la conoscibilità della verità della persona, soprattutto in quell’intrico di calcolo, emozioni, passione che è l’atto trasgressivo. E così complessa è la verità della persona che, in fondo, può apparire che la verità processuale sia la più semplice perché sorretta da un sistema convenzionale come quello delle procedure». Rossana parlava, in quell’occasione di più di trent’anni fa di verità processuale – era un confronto su tale tema con alcuni magistrati, giuristi e parlamentari organizzato da Antigone – e di...