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L’abisso che separa quelle parole dal mondo di oggi

La denuncia A settant'anni dalla «Dichiarazione universale dei diritti umani» l'orizzonte è dominato da povertà, disoccupazione, guerre, disastri ambientali, migrazioni o, per meglio dire, deportazioni indotte. Un mondo dove il sogno di una società inclusiva, democratica, è stato abbandonato in nome di una logica economica selettiva, «algoritmi» del profitto non di rado coincidenti con dinamiche mafiose e criminali

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 11 dicembre 2018
Settant’anni ma è come se fosse stata scritta ieri. Ieri perché molti degli articoli della «Dichiarazione universale dei diritti umani» sono ancora lettera e non «spirito», carta e non «carne», vita e storia delle persone. I diritti sono un cammino e una responsabilità. Qualcosa che nasce da un’aspirazione alla libertà e alla dignità, da un desiderio di pace e di giustizia. Dal sogno di una società dove chiunque, a prescindere da condizione, sesso, appartenenza etnica e culturale, riferimenti politici e religiosi, possa esprimere la sua personalità e mettere a disposizione le sue qualità e il suo talento. I diritti sono...

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