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L’abolizione dei concorsi universitari: un dono avvelenato?

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Università “Basta con i concorsi per docenti: valutiamo i risultati degli atenei“: è questo lo slogan che gira con sempre maggiore insistenza in risposta alla pioggia di articoli giornalistici che raccontano misfatti e strascichi giudiziari della prima tornata delle abilitazioni scientifiche. Una soluzione che sembra mettere tutti d’accordo. Liberi tutti: tanto, ci pensa la “valutazione ex-post” a punire i cattivi. Siamo sicuri? Si tratta di una scelta gravida di conseguenze, che i discorsi di questi giorni lasciano, più o meno intenzionalmente, nell’ombra

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 20 maggio 2014
Si succedono in questi giorni le dichiarazioni con cui sia il Ministro Giannini sia, sulle sue orme, il Presidente del CUN, Andrea Lenzi e Dario Braga, invocano l’abolizione dei concorsi per i docenti universitari, a favore di una valutazione ex post dell’operato dei reclutati. Un’abolizione simile ad una panacea, una specie di zattera a cui aggrapparsi per sfuggire al gorgo delle baronie universitarie e portare nell’Università il merito. E’ possibile evitare i concorsi per diventare professori e ricercatori? Si otterrebbero davvero risultati apprezzabili? E soprattutto, perché farlo? Partiamo dall’ultima domanda: da molti anni si aprono periodicamente polemiche sulla correttezza dei...

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