Internazionale
Lacrime e miracoli in Sri Lanka
Identità e religione Nel nord, dove la guerra divampò negli anni ’80, e che solo ora è possibile visitare. Dopo la vittoria elettorale di Sirisena (grazie anche ai voti tamil) e la visita di papa Francesco, ricordare i martiri della secessione non è ancora concesso
Un murale che ricorda la guerra civile su un muro di Colombo – Reuters
Identità e religione Nel nord, dove la guerra divampò negli anni ’80, e che solo ora è possibile visitare. Dopo la vittoria elettorale di Sirisena (grazie anche ai voti tamil) e la visita di papa Francesco, ricordare i martiri della secessione non è ancora concesso
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 1 febbraio 2015
Emanuele GiordanaCOLOMBO
Sri Lanka è un Paese che ha facce diverse, come quella del minorenne nelle cucine della guest house, e cento nomi: i latini la dicevano Taprobane e i musulmani Serendib. I portoghesi la chiamarono Ceilão, Ceylan gli olandesi, Ceylon gli amministratori di sua Maestà britannica che ne fecero la capitale mondiale del tè. C’è chi la chiama la lacrima dell’India per quella forma a goccia come staccatasi dal subcontinente. Ma Sri Lanka non è India e, paradossalmente – forse per quelle sue influenze olandesi e portoghesi – ha un paesaggio urbano che a volte ricorda più l’Indonesia che non la...