Visioni
L’Afghanistan tra i fotogrammi del suo cinema
Immaginari Promessa di un «altrove» nell’occidente degli anni ’70, il Paese non poi è riuscito a costruire una propria narrazione sullo schermo libera dalla realtà della guerra. La prima troupe voluta da re Amanullah Khan, le devastazioni dei Talebani, le nuove generazioni di filmmaker oggi in fuga
Baba
Immaginari Promessa di un «altrove» nell’occidente degli anni ’70, il Paese non poi è riuscito a costruire una propria narrazione sullo schermo libera dalla realtà della guerra. La prima troupe voluta da re Amanullah Khan, le devastazioni dei Talebani, le nuove generazioni di filmmaker oggi in fuga
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 21 agosto 2021
Nei giorni scorsi, prima che i Talebani entrassero nella capitale afghana, la lettera aperta della regista Sahraa Karimi ha circolato sui media e sui social del mondo intero. Insieme all’appello disperato in difesa delle donne, degli artisti, e di tutto quanto è sulla «lista nera» dei cosiddetti studenti coranici, Karimi scriveva: «Ciò a cui ho lavorato con tanta fatica sarà di nuovo distrutto». Il riferimento era all’Afghan Film Center, l’istituzione nazionale per il cinema creata nel 1968, travolta dal precedente regime talebano, e da poco riattivata sotto la sua guida per sostenere il recupero di un patrimonio smarrito, e soprattutto...