Cultura
L’Albero dei Suoni è quello della vita
E altro è da veder che tu non vedi La «Commedia» ha una poesia sonora arborescente. Dai rumori dell’Inferno alla «grande festa» del Paradiso
Una rielaborazione di un'incisione di Gustave Doré
E altro è da veder che tu non vedi La «Commedia» ha una poesia sonora arborescente. Dai rumori dell’Inferno alla «grande festa» del Paradiso
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 24 marzo 2021
La Commedia di Dante grida, canta, si lamenta. A volte urla, stride, sospira, fa tumulto, si piega al boato del vento, ribolle di rabbia, si inebria di canto, parla lingue orribili, piange di dolore. I versi danteschi non chiedono soltanto di essere letti o detti, ma anche soprattutto di essere ascoltati. Più che una poesia visiva quella di Dante è una poesia sonora che chiede all’occhio di guardare, ma anche all’orecchio di sentire. Ogni canto è infatti attraversato da uno sciame di epifanie sonore: in apparenza fenomeni acustici di carattere «realistico», che mostrano, in realtà, una disposizione di carattere profondamente...