Cultura
L’algebra di classe che domina la Rete
Codici aperti Un percorso di letture sul software come «macchina culturale» e politica. Dal libro di Ed Finn «Che cosa vogliono gli algoritmi» fino «La quarta rivoluzione» di Luciano Floridi
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Codici aperti Un percorso di letture sul software come «macchina culturale» e politica. Dal libro di Ed Finn «Che cosa vogliono gli algoritmi» fino «La quarta rivoluzione» di Luciano Floridi
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 6 luglio 2018
Nella fantasmagorica proliferazione di studi dedicati alle tecnologie digitali non potevano mancare i software studies, che nell’accademia anglosassone hanno come docenti filosofi, giuristi, antropologi, informatici e critici d’arte. Al di là della genericità del loro statuto – si occupano un po’ di tutto, dal ruolo del software nell’economia digitale alla estetica delle interfaccia umani/computer – gli studi sul software affrontano il ruolo sempre più rilevante degli algoritmi nel definire e consolidare i rapporti di potere e sociali dominanti nel capitalismo. Gli algoritmi vengono indagati come «oggetti tecnico-sociali» che hanno una duplice funzione: rispecchiare, appunto, i rapporti sociali dominanti e, al...