Cultura

L’algoritmo contro l’homo fictus

L’algoritmo contro l’homo fictusUn’installazione di Cassandra Straubing

Tempi presenti «Fragile» di Francesco Monico, per Meltemi: un testo che immagina una contemporaneità ancora da raccontare. Ovunque si cerca l’informatica, il digitale, per sentirsi sicuri, per esorcizzare il timore dell’immaginario. Ma l’ipotesi del libro è che l’umano sia essenzialmente «vita narrativa», generatore di esperienze immaginarie, un vero e proprio processo di creazione di un mondo parallelo a quello reale

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 5 settembre 2020
Se l’illuminismo ha vinto molte battaglie, ma a quanto pare ha perso la guerra, il pensiero calcolante ha stravinto su tutti i fronti. Ogni cosa è calcolo, nel senso che più niente sfugge alle procedure di matematica elementare dell’Internet. Le cose, le economie, le società, gli individui. Si cerca l’informatica, il digitale, per sentirsi sicuri, per esorcizzare il timore dell’immaginario. Ma l’immaginario è anche ciò che nasconde e accoglie. MARSHALL MCLUHAN aveva sviluppato l’idea dell’immaginario con la teoria della Dew Line, Distant Early Warning Line, ovvero di una capacità propria dell’artista, di «immaginare» il presente anticipando gli avvenimenti prossimi. L’artista...

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