Lavoro

L’altra faccia di «Mafia Capitale», gli operatori sociali senza stipendio

L’altra faccia di «Mafia Capitale», gli operatori sociali senza stipendio

Roma Il movimento dei lavoratori dell’accoglienza (A.l.a.) contro precarietà, demansionamento e sfruttamento nel loro lavoro e chiede di smantellare i «megacentri» fonte del "business" dei migranti

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 2 luglio 2015
Precarietà, sfruttamento, demansionamento. È la condizione degli operatori dei centri di accoglienza per migranti e rifugiati a Roma, molti dei quali non ricevono lo stipendio da mesi. è l’altra faccia di «Mafia Capitale», quella del lavoro, lontana dalla luce dei riflettori e degli inquirenti. In questo mondo ampio, oltre agli operatori, lavorano legali, insegnanti, educatori, assistenti , addetti alla pulizia. Dopo il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, la crisi del terziario avanzato e l’esplosione della bolla occupazionale creata dalla lunga stagione veltroniana dei “grandi eventi culturali”, a Roma questo terzo settore è sembrato l’unico capace di produrre un’occupazione precaria...

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