Cultura

L’altra metà del made in Italy

L’altra metà del made in ItalyCindy Sherman

SCAFFALE «Fabbrice invisibili» di Tania Toffanin per ombre corte. Il lavoro a domicilio è svolto soprattutto da donne.Un’inchiesta nel distretto calzaturiero del Veneto

«Noi lavoranti a domicilio abbiamo speso ognuna un milione; per 10.000 che siamo equivale a 10 miliardi per comprare “le nostre fabbriche casalinghe”, cioè le macchine. In compenso, quasi nessuna ha il libretto di lavoro, perciò dopo anni di schiena rotta, niente pensione». Era il 9 marzo del 1968, la società, come si diceva all’epoca, viveva in funzione della fabbrica ed essa estendeva il suo dominio a tutta la società. Il lavoro a domicilio avrebbe raggiunto di lì a poco il punto di massima diffusione e cominciava a uscire almeno in parte fuori dalle mura domestiche. Sindacati, leghe operaie, inchieste...

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