Visioni

L’ambigua ascesa di Molly, da cameriera a madrina del poker

L’ambigua ascesa di Molly, da cameriera a madrina del poker

Al cinema Il debutto alla regia dello sceneggiatore e showrunner Aaron Sorkin, per la prima volta alle prese con una protagonista donna

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 19 aprile 2018
A confronto con l’era dello studio system, sono pochi, oggi, gli sceneggiatori che possono rivendicare un’impronta autoriale, riconoscibile a prescindere da chi è dietro alla macchina da presa -Tarantino, Mamet, forse i Coen. Aaron Sorkin è parte di quel gruppo ristretto. La lingua intricatissima, i dialoghi che corrono come un fiume in piena, l’ossessione per le oscillazioni del pendolo etico nell’universo comunicativo/ tecnologico/politico che ci circonda, la debolezza per lunghi monologhi densi di superiorità morale, meglio se pronunciati da personaggi imperfetti. Un copione di Sorkin si riconosce subito – dietro a autori visionari come Fincher (The Social Network) e non,...

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