Visioni

L’amore sulla pellicola, riconoscere l’altro è un discorso giocoso

L’amore sulla pellicola, riconoscere l’altro è un discorso giocosoUna scena di «Monica e il desiderio» di Ingmar Bergman (1953)

Cinema Nell’ultimo libro di De Gaetano una teoria della passione e del desiderio in immagine. Il romanzo, il melodramma e la commedia, attraverso i generi per cercare i principi di un «legame libero»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 5 maggio 2022
La tesi iniziale è che la parola amore esiste, come recitava il titolo del film di Mimmo Calopestri uscito nel ’98, ma spesso è così irretita nella propria retorica, dell’uso che se ne fa nel quotidiano, da perdere di senso. Ci pensa Roberto De Gaetano a ridarle significato, tanto più in relazione al cinema; a ricondurla in quell’alveo filosofico che le è proprio, attraverso un libro uscito di recente per Marsilio, Le immagini dell’amore, ulteriore precisazione del suo pensiero e del suo metodo che sono divenuti, a ben guardare, le coordinate essenziali della filmologia contemporanea, cioè di quella tendenza a...

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