Alias
L’anima dell’ «Once»
Detour Quello raccontato dal regista è il più giudeo dei quartieri di Buenos Aires: sesta città nel mondo per numero di abitanti di tale fede, migrati qui nell’800, e seguiti, negli anni ’80 del secolo passato da peruviani, boliviani e coreani del Sud
Detour Quello raccontato dal regista è il più giudeo dei quartieri di Buenos Aires: sesta città nel mondo per numero di abitanti di tale fede, migrati qui nell’800, e seguiti, negli anni ’80 del secolo passato da peruviani, boliviani e coreani del Sud
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 6 febbraio 2016
Se, nel vostro vagabondare per El Once, L’Undici, le targhe delle vie vi diranno che siete all’angolo di Lavalle e Junín, fermatevi. Niente di speciale da vedere, ma quell’angolo rappresenta, nella vita di Daniel Burman, un posto profetico. Era il 1975, il futuro regista aveva soltanto due anni. Sua madre si fermò a salutare la signora Birmajer, che teneva per mano Marcelo, di sei anni più grande. Forse i due si diedero una sbirciatina. Certo si rividero una ventina di anni dopo, quando Burman chiese a Birmajer, scrittore e sceneggiatore di cinema, il permesso di includere un suo poema nel...