Cultura

L’anticonformismo che si sposò con «il manifesto»

L’anticonformismo che si sposò con «il manifesto»Lea Vergine e Enzo Mari

Il ricordo Del manifesto Lea Vergine è stata a lungo preziosa collaboratrice. Nel libro-intervista "L’arte non è faccenda di persone per bene (conversazione con Chiara Gatti)", racconta come fu stupefatta quando, proprio alla vigilia dell’uscita del quotidiano, Luigi Pintor le propose di scrivere. Stupore che un giornale tanto politico intendesse occuparsi anche di cultura contemporanea

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 21 ottobre 2020
Dovevo andare a pranzo da lei, come faccio sempre quando passo per Milano, due settimane fa. Ero lì per ricordare Rossana alla sua Casa della Cultura e Lea mi aveva detto che non si sentiva abbastanza bene per venire a via Borgogna. Non mi sono meravigliata: da tempo non usciva più di casa per via dei suoi guai di salute; e perché lasciava Enzo malvolentieri, dopo che la caduta in giardino da un albero (non ricordo cosa volesse cogliere) l’aveva gravemente menomato. Io dovevo tornare di fretta a Roma e così non abbiamo combinato. In questi ultimi giorni ho chiamato...

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