Visioni

L’antropologia della disillusione secondo Ennio Rega

L’antropologia della disillusione secondo Ennio RegaEnnio Rega

Musica Si intitola «Terra sporca» il nuovo album del cantautore. Testi intelligenti e corrosivi che raccontano anche uno spaccato del Belpaese

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 1 luglio 2017
«Parto mi muovo e scappo perché sono vivo / e tengo insieme le radici col viaggio e con l’arrivo / come Josephine Baker riflessa nei vetri di Murano danza / il mondo è un salone viaggiante / l’uomo è nella mescolanza»: ha una lingua particolare e ficcante, il cantautore Ennio Rega. Questa è una delle frasi meno complesse del disco che segnaliamo. E ha una voce dai tratti anche acidi e sardonici che ben supporta fiotti di parole che sembrano cavati fuori da un labor limae fatto con attrezzi dolorosi: il guardare dentro se stesso, evitando sia le ridondanti celebrazioni...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi