Cultura

L’architettura è depressa

L’architettura è depressaLe architetture futuriste di Sant'Elia

Rassegne Un'anticipazione della conferenza dell'urban designer che parlerà al Future Forum, il festival della cultura dell'innovazione. Appuntamento il 27 a Napoli, il 28 a Udine

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 25 ottobre 2014
Quest’anno cade il centesimo anniversario della pubblicazione del Manifesto dell’Architettura Futurista di Antonio Sant’Elia. Conteneva un veemente attacco di Filippo Tommaso Marinetti, nei confronti di quegli architetti ridotti a «rovistare in un groviglio di vecchie formule», ed era illustrato dai disegni visionari della «Città Nuova» di Sant’Elia e del suo collaboratore Mario Chiattone. Era un’impulsiva chiamata alle armi, nella convinzione che un cambiamento radicale fosse possibile e necessario. Perseguita con libertà e audacia, l’architettura racchiudeva la promessa di trasformare il mondo delle cose in una proiezione diretta del mondo dello spirito. La loro era un’attitudine al rischio, fondata sulla fiducia...

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