Politica
Larghe intese contro l’acqua pubblica
Beni comuni Si moltiplicano i tentativi di aggirare il risultato del referendum del 2011. Napoli, Piacenza, Rimini, Mantova, la provincia di Torino e la Sicilia, dopo timidi tentativi sulla via della pubblicizzazione dell’acqua ora vanno a passo di gambero. Spalleggiati dai pressanti inviti di Unione europea e Fondo monetario internazionale
Beni comuni Si moltiplicano i tentativi di aggirare il risultato del referendum del 2011. Napoli, Piacenza, Rimini, Mantova, la provincia di Torino e la Sicilia, dopo timidi tentativi sulla via della pubblicizzazione dell’acqua ora vanno a passo di gambero. Spalleggiati dai pressanti inviti di Unione europea e Fondo monetario internazionale
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 27 luglio 2013
L’allarme lanciato venerdì dal manifesto sull’intenzione politica di far tornare l’acqua di Napoli in mano ai privati è più che giustificato. La proposta di legge della giunta Caldoro, nel ridisegnare i confini degli ambiti territoriali ottimali in cui è suddiviso il servizio idrico in Campania e quindi l’affidamento dello stesso, appare esattamente congegnata per provare ad affossare la prima esperienza di ripubblicizzazione definitivamente completata dopo i referendum di 2 anni fa, quella che si è costruita attorno alla nuova Azienda speciale Abc di Napoli. Quello che però va rimarcato non è solo la gravità di questo disegno, ma che esso...