Visioni
Larry Cohen, un rivoluzionario nelle strade di Manhattan
Cinema Un’intervista racconta il regista Usa scomparso, sguardo spericolato del cinema indipendente. Autore di horror eccentrici come «Baby Killer», satira sulla famiglia americana, la sua opera sfugge a ogni genere
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Cinema Un’intervista racconta il regista Usa scomparso, sguardo spericolato del cinema indipendente. Autore di horror eccentrici come «Baby Killer», satira sulla famiglia americana, la sua opera sfugge a ogni genere
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 29 marzo 2019Edizione 29.03.2019
Giulia D'Agnolo VallanNEW YORK
«Un originale autentico». Così Joe Dante ha ricordato Larry Cohen, una delle menti più libere, idiosincratiche e spericolate della storia del cinema indipendente Usa, scomparso qualche giorno fa a ottantadue anni. Newyorkese nel profondo del Dna (era cresciuto a Washington Heights, e non perse mai l’accento), allenato dalle strade di Manhattan e scrivendo per la tv, quasi sempre autore delle sceneggiatura dei suoi film (di cui spesso controllava anche i diritti), Cohen viene accorpato alla rivoluzione dell’horror degli anni settanta, in particolare per suo maggiore successo, Baby Killer (It’s Alive,1974). Ma il suo rapporto con il genere era più obliquo,...