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L’arte come inoperosità dell’azione

Verità nascoste Silvia Vizzardelli: «Nell’estetica contemporanea si registra una tendenza a considerare il gesto artistico come emblema dell’inazione e dell’inoperosità. Penso alle proposte di Giorgio Agamben e di Jacques Rancière: per loro, […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 20 aprile 2019
Silvia Vizzardelli: «Nell’estetica contemporanea si registra una tendenza a considerare il gesto artistico come emblema dell’inazione e dell’inoperosità. Penso alle proposte di Giorgio Agamben e di Jacques Rancière: per loro, la rinuncia al modello volontaristico di azione che lega l’intenzione di un soggetto alla finalità dell’atto, favorisce l’accesso al disinteresse del gesto artistico. Prenderei molto sul serio questa indicazione, peraltro non estranea alla storia dell’estetica, per imprimerle, però, una diversa piegatura. È proprio l’inazione, la decreazione, una sorta di negligenza della vita, ad assecondare il cedimento, lo stacco dell’opera. Potremmo dire, non c’è opera senza rinunzia al possesso, senza abbandono,...

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