Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 23 agosto 2022
Ho visitato la mostra al museo di arte moderna di Bologna dedicata a Sean Scully. I suoi quadri e le sue sculture, i commenti scritti su fogli che sono insieme parole e immagini, le interviste e un intenso saggio sulla pittura di Giorgio Morandi (una intima rivolta personale “antieroica” contro un modernismo politicamente compromesso) mi hanno fatto pensare che all’orrore del linguaggio violento e della violenza personale, sociale e bellica che ci circonda si possa cercare rimedio (anche) nella creazione artistica. Certo, un’idea antica. Forse infondata, impossibile? Claudio Vedovati ha scritto su Facebook che le minacce e gli urlacci di...