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L’arte dimenticata del camminare

Sport Il libro di Giulio Bizzaglia prospetta una sociologia del corpo metropolitano, non solo per un nuovo stile di vita in movimento ma, come scrive Galeano, per non perdere di vista l’utopia

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 31 maggio 2014
Camminare in città conviene, poche centinaia di metri o alcuni chilometri, a seconda delle esigenze. Necessita restituire il corpo alla città, negli anni sbalzato dai marciapiedi e sempre più inscatolato nei mezzi di trasporto pubblici e privati, dove il corpo compresso spesso dà segni di disagio e a volte scoppia, arrivando perfino alle mani con altri corpi. Camminare in città avrebbe un significato di benessere fisico individuale e collettivo, il cui effetto indiretto sarebbe anche quello di pacificare gli animi. Quando camminiamo osserviamo i volti, le persone, e in qualche occasione si abbozza anche a un sorriso. Quando gli incontri...

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