Alias Domenica
László Krasznahorkai, un profeta dell’apocalisse provvisto di codice postale
Scrittori ungheresi Attraverso l’unica, lunghissima frase di cui si compone «Herscht 07769», László Krasznahorkai si addentra nella desolazione a est di Berlino, e traccia la fisionomia di un personaggio sotto il segno dell’alienazione: da Bompiani
János Máttis-Teutsch, «Paesaggio», 1917
Scrittori ungheresi Attraverso l’unica, lunghissima frase di cui si compone «Herscht 07769», László Krasznahorkai si addentra nella desolazione a est di Berlino, e traccia la fisionomia di un personaggio sotto il segno dell’alienazione: da Bompiani
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 12 febbraio 2023
Malinconico creatore di universi distopici inquietantemente simili al nostro, László Krasznahorkai sembra avere di recente affiancato alla intonazione di «maestro dell’Apocalisse» che gli era stata attribuita già nel 1999 da Susan Sontag una vocazione di moralista sempre più spiccata. Ne è prova quell’unica, lunghissima frase priva di punti fermi che è il suo ultimo romanzo, Herscht 07769, apparso nel 2021 e tradotto con la consueta maestria da Dora Varnai per Bompiani (pp. 494, € 25,00). Smessi ormai i panni del profeta che fin dall’esordio di Satantango aveva previsto l’imminente crollo del regime socialista nel suo paese d’origine, l’Ungheria, lo scrittore...