Rubriche
L’autentico nel falso d’arte
Divano La virtù di un falsario di alto rango è la più lontana dalla abilità del copista. Entrambi, falsario e copista, diciamo così, «trasferiscono». Ma il copista sposta e "duplica". Il falsario disloca e "ricrea".
Divano La virtù di un falsario di alto rango è la più lontana dalla abilità del copista. Entrambi, falsario e copista, diciamo così, «trasferiscono». Ma il copista sposta e "duplica". Il falsario disloca e "ricrea".
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 10 agosto 2018
Riprendo l’argomento del falso d’arte richiamato in questa rubrica a proposito delle opere «duccesche» realizzate da Icilio Federico Joni (1866-1946) negli anni Venti del Novecento. Un esiguo numero di pitture frammentarie, ma tali, per l’alta qualità da indurre la critica a identificarne l’autore in uno stretto collaboratore di Duccio di Buoninsegna. Una personalità riconoscibile, dunque, secondo gli studiosi, della scuola di Duccio attivo nella sua bottega, come si può rilevare da alcuni particolari delle Storie della Passione di Cristo nella faccia posteriore della Maestà. È a costui che andrebbe ascritto il Tabernacolo n°35 conservato a Siena nella Pinacoteca Nazionale. E come «Maestro del Tabernacolo 35» fu allora...