L’autonomia differenziata peggiorerebbe il divario fra nord e sud anche nell’istruzione scolastica
Autonomia differenziata I dati forniti dalla Svimez, riportati con grande preoccupazione dai mass media nella giornata odierna, ci forniscono un quadro desolante dello stato dell’istruzione scolastica nel nostro paese. Soprattutto fotografano un’Italia […]
Autonomia differenziata I dati forniti dalla Svimez, riportati con grande preoccupazione dai mass media nella giornata odierna, ci forniscono un quadro desolante dello stato dell’istruzione scolastica nel nostro paese. Soprattutto fotografano un’Italia […]
I dati forniti dalla Svimez, riportati con grande preoccupazione dai mass media nella giornata odierna, ci forniscono un quadro desolante dello stato dell’istruzione scolastica nel nostro paese.
Soprattutto fotografano un’Italia spaccata in due tra Sud e Centro-Nord. Se guardiamo alle percentuali della dispersione scolastica vediamo che i giovani fra i 18 e i 24 anni senza alcun titolo di studio o con la sola licenza di scuola media sono il 16,6% nel Sud Italia a fronte di un 10,4% nel Centro-Nord, mentre la media in Europa non supera il 9%.
Nell’area metropolitana di Napoli la dispersione è ancora maggiore, arriva al 23%. Se poi si guardano i servizi connessi con l’istruzione i divari sono ancora più pronunciati: il “tempo pieno” al Sud è al 18%, contro il 48% nel resto del Paese. A Milano è all’80%, a Napoli il 20%.
Con un quadro simile avremmo bisogno di una forte iniziativa dello Stato, con una particolare incidenza al Sud, per riequilibrare ai valori più alti e migliorare la condizione dell’istruzione scolastica su tutto il territorio nazionale. Infatti storicamente la scuola è un fattore di unità di un paese sia dal punto di vista culturale che della formazione di una coscienza civica della popolazione.
Ma il progetto della autonomia differenziata portato avanti dal governo, se dovesse andare in porto, non farebbe altro che peggiorare la situazione, allargando le diseguaglianze fra Nord e Sud. Infatti spingerebbe ad adattare la quantità e la qualità della iniziativa pubblica all’attuale stato di ricchezza dei territori. Come si suole dire ‘facendo piovere sul bagnato’.
Per queste ragioni, ulteriormente rafforzate dai dati Svimez, invitiamo a firmare per la proposta di legge di iniziativa popolare che vuole modificare quelle parti della Costituzione introdotte nel 2001, in particolare agli articoli 116 e 117, su cui si fonda il progetto dell’autonomia differenziata del governo.
Si può firmare la proposta di legge, anche con firma digitale specificando il proprio Spid, su: www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it
***Dichiarazione di Massimo Villone, presidente del CDC
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