Visioni
Lav Diaz, la mia rock opera per le Filippine
Intervista Un incontro col regista che nel suo nuovo film, «Season of the Devil», racconta l’era di Marcos. «Fare cinema per me significa affrontare quanto accade nel mio Paese e non si palesa mai. È un modo per continuare a combattere»
Intervista Un incontro col regista che nel suo nuovo film, «Season of the Devil», racconta l’era di Marcos. «Fare cinema per me significa affrontare quanto accade nel mio Paese e non si palesa mai. È un modo per continuare a combattere»
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 3 aprile 2018
Lui lo definisce una «rock opera», potremmo anche chiamarlo un musical senza musica in cui le canzoni cantate a cappella esprimono la natura di ogni personaggio e al tempo stesso la storia di un Paese: emozioni, conflitti, violenza. Gli abusi e le astuzie del potere. Il rapporto tra intellettuali e popolo, la debolezza dell’ignoranza. Paura, superstizioni, opportunismi, indifferenza. La «Stagione del male». E Season of the Devil è il titolo del nuovo film di Lav Diaz, che intanto è già al lavoro su un altro progetto – un gangster movie. Siamo nelle Filippine del 1979, l’era della dittatura Marcos, potremmo...