Lavoro

Lavoro, la «segregazione» all’italiana

Lavoro, la «segregazione» all’italianaOperaio nella fabbrica Officine Streparava – Dino Fracchia - Buenavista

Immigrazione Fondazione Di Vittorio: i lavoratori stranieri guadagnano il 27% in meno e rischiano molto più degli altri. Secondo il centro studi della Cgil gli immigrati producono l’8,6% del Pil e coprono il 63% dei lavori più umili o faticosi (braccianti, facchini, pulizie). Sono i primi a essere licenziati e il divario con gli «autoctoni», soprattutto donne, si aggrava

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 12 giugno 2016
Con il ricatto della Bossi Fini sempre pendente come una spada di Damocle sul proprio futuro, gli immigrati in Italia hanno affrontato gli anni della grande crisi caricandosi sulle spalle più di un peso, e riuscendo comunque a produrre sempre più ricchezza. Pagando però prezzi molto salati. A partire dal salario, più basso di circa un quarto rispetto allo stipendio dei lavoratori italiani (-24,2%), con un differenziale che arriva al -27,6% per le donne. E con, in parallelo, la conferma di una vera e propria segregazione occupazionale che, al di là del titolo di studio, li porta invariabilmente a lavorare...

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