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Le carte truccate di un lessico che punta all’egemonia culturale
Imprese, Made in Italy, natalità, merito, sport L’offensiva di un lessico contemporaneo che non ha più bisogno di ricorrere al vecchio armamentario del "libro e moschetto"
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 ottobre 2022
Il nuovo governo, nei nomi dei ministeri e dei ministri chiamati a dirigerli, mostra con buona evidenza quali sono i due corni del problema che abbiamo di fronte, e del pericolo doppio che corriamo, nel presente e per l’avvenire. “In fondo a chi parlava il fascismo? Al ceto produttivo!”. E’ stato Adolfo Urso, il nuovo ministro delle “Imprese e Made in Italy” (ex Sviluppo Economico), a dirlo, riconoscendo sostanzialmente che il ruolo storico del fascismo fu quello di garantire gli interessi del capitale nell’epoca della nazionalizzazione delle masse. Non deve perciò stupire che con lui “lo sviluppo economico” del paese...
Errata Corrige
Per un refuso, per qualche ora è apparso sul sito il nome di Carlo Rovelli e non di Marco Rovelli. Ce ne scusiamo con l’autore e con i lettori