Visioni
Le cicatrici musicali del Vietnam
Dischi «Hanoi Masters» rompe il silenzio in cui erano relegati dalla fine della «guerra americana» i maestri che gettarono la musica popolare in battaglia. Tornano in scena i musicisti «veterani» del conflitto, ma non è una festa perché non c’è niente da celebrare
Gli artisti riuniti nel progetto Hanoi Masters – Marilena Delli
Dischi «Hanoi Masters» rompe il silenzio in cui erano relegati dalla fine della «guerra americana» i maestri che gettarono la musica popolare in battaglia. Tornano in scena i musicisti «veterani» del conflitto, ma non è una festa perché non c’è niente da celebrare
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 30 aprile 2015
L’abbinamento tra le parole «musica» e «Vietnam» evoca essenzialmente l’esemplare canzoniere contro la guerra partorito da rockstar e folksinger negli anni ’60 e ’70. In seconda battuta, ma solo per gli amanti del rock più perverso, può viceversa evocare le (rarissime) sortite a favore dell’intervento Usa. Solo dopo aver escluso queste due possibilità è lecito pensare alla musica del Vietnam. Per questo un progetto come Hanoi Masters è un modo non come un altro per segnare il quarantennale della cacciata delle ultime truppe Usa presenti in Vietnam da Saigon. Un disco, questo, che inaugura la collana «Hidden Musics» (Musiche nascoste)...