Alias Domenica
Le correzioni parlanti nell’officina di Ariosto
Ludovico Ariosto Il commento all’«editio princeps» del «Furioso» (1516), curatori Tina Matarrese e Marco Praloran per Einaudi, è il coronamento di una fruttuosa stagione di studi
«La battaglia di Roncisvalle», c. 1475-1500, arazzo in lana e seta, © Victoria & Albert Museum
Ludovico Ariosto Il commento all’«editio princeps» del «Furioso» (1516), curatori Tina Matarrese e Marco Praloran per Einaudi, è il coronamento di una fruttuosa stagione di studi
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 23 ottobre 2016
Scriveva Galileo Galilei – in alcune sue pagine celeberrime dedicate ad Ariosto e Tasso, cioè ai due fuoriclasse del poema epico-cavalleresco rinascimentale – che il poeta della Gerusalemme liberata «empie le stanze di parole», mentre l’autore dell’Orlando furioso offre al suo pubblico una narrazione fatta tutta «di cose», l’esito di uno stile più equilibrato e meno «artificioso», di una più avvertibile misura. Quella che potremmo definire l’attenuazione classica di Ariosto è – lo sappiamo – uno dei più notevoli risultati della progressiva affermazione del diktat linguistico di Pietro Bembo, di una lingua che ha in Petrarca il suo padre forte,...