Visioni
Le crisi dei «Cahiers» e lo spirito del tempo
Cinema Una cordata di venti imprenditori coordinati da Eric Lenoir ha comprato la storica rivista francese. I dubbi sull’indipendenza futura e i rapporti con l’industria cinematografica
Una nuova redazione, sotto la direzione di Jacques Rivette, prende in mano i Cahiers a partire dal 1963/64, da sinistra a destra: Jean-André Fieschi, Jean Narboni, Philippe Carles, Jean-Louis Comolli, Jacques Bontemps
Cinema Una cordata di venti imprenditori coordinati da Eric Lenoir ha comprato la storica rivista francese. I dubbi sull’indipendenza futura e i rapporti con l’industria cinematografica
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 12 febbraio 2020
Eugenio RenziPARIGI
I «Cahiers du cinéma» passano di mano. Un gruppo di venti investitori ha comprato quella che Serge Daney chiama semplicemente La Rivista. Nulla di nuovo sotto il sole, si dirà. Le riviste passano di mano, sono vendute, rinascono oppure muoiono. Ma i «Cahiers» fanno parte integrante del cinema francese e contribuiscono da settant’anni a rifletterne la particolarità. Ora, ad ogni crisi si dice: i «Cahiers» non sono più quelli d’un tempo. Oppure, che è lo stesso: bisognerebbe ritrovare i «Cahiers» d’una volta. Chi pensa questo ha ragione ma non nel senso che crede. Se c’è una cosa che identifica i...