Visioni

Le molte vite possibili dell’immagine

Le molte vite possibili dell’immagine«I Got My Things and Left» di Philbert Aimé Mbabazi Sharangabo vincitore nel Concorso internazionale

FESTIVAL Nata come spazio privilegiato per il cortometraggio nel 1954, la rassegna tedesca continua a esplorare con il cinema i cambiamenti della società. Dagli Gli archivi del Národní filmovy di Praga, ai filmmaker tornati alla pellicola, ai film di Su Hui-Yu sui rapporti tra Cina e Taiwan

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 8 maggio 2019
Il Festival internazionale del cortometraggio di Oberhausen è il più longevo festival di cortometraggi. Fondatonel 1954 da Hilmar Hoffmann, regista, scrittore e attivista culturale che credeva nella «cultura per tutti», come recita il titolo di un suo libro del 1979, continua a contraddistinguersi per l’eterogeneità e la ricchezza delle proposte cinematografiche. L’obiettivo di Lars Henrik Gass, direttore del Festival dal 1997, è quello di continuare l’esplorazione iniziata da Hoffmann, per indagare attraverso il cinema i cambiamenti in atto nella società contemporanea, nei suoi aspetti linguistici e produttivi, legati alle nuove forme di fruizione e distribuzione del cinema. L’approccio investigativo e...

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