Alias Domenica
Le mostre con Ottani Cavina: shock of recognition
Anna Ottani Cavina, "Una panchina a Manhattan", Adelphi Non tanto un ritratto della «stagione delle mostre», quanto esercizi di critica giornalistica, scientifica e antidogmatica. Un estro speciale per gli artisti sgusciati via dal proprio tempo: per esempio quelli del Settecento più anomalo e lunare
John Flaxman, "Autoritratto a 24 anni", 1779, Londra, University College
Anna Ottani Cavina, "Una panchina a Manhattan", Adelphi Non tanto un ritratto della «stagione delle mostre», quanto esercizi di critica giornalistica, scientifica e antidogmatica. Un estro speciale per gli artisti sgusciati via dal proprio tempo: per esempio quelli del Settecento più anomalo e lunare
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 8 dicembre 2019
Di libri che raccolgono impressioni, interventi, cronache e brevi saggi se ne sono sempre fatti molti, e in special modo all’epoca dei grandi elzeviri e degli articoli di terza pagina. La loro buona riuscita dipendeva, ora come allora, dalla qualità dei testi, naturalmente, ma anche dalla possibilità che questi lavori estravaganti, pubblicati ora qui ora lì, ricevessero dal nuovo accostamento come una vita nuova. Al pari che a certi fiori, anche a certi articoli è dato vivere una seconda giovinezza, posto che si trovi una voce dietro la scena (così recitava il titolo di una fra le più belle di...