Cultura

Le pagine fluide

Le pagine fluide«Water Yam» di George Brecht

Mostre Dal 4 marzo, a Venezia, «Fluxbooks»: due rassegne nelle sedi della Fondazione Bevilacqua La Masa, in collaborazione con la Fondazione Bonotto, che raccontano la storia dei libri d'artista di Fluxus, proiettandoli nel futuro con le giovani generazioni

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 28 febbraio 2015
In una conferenza nel 1961 a New York, George Maciunas usa per la prima volta il termine Fluxus ad indicare le caratteristiche del movimento che sta costruendo. Le opere, e ancor più le azioni, debordano e scorrono come un fiume in piena ponendosi in modo violentemente antagonista all’arte, intesa come oggetto di consumo per pochi. Spersonalizzazione dell’arte e formulazione di una prassi esecutiva che tende all’idea del «tutto è arte», trovano proprio nel libro un luogo privilegiato di comunicazione. In questo scenario, il libro comincia a perdere la sua forma convenzionale, si dilata sino ad elevare l’indeterminazione e il caos...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi