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Le ragioni sociali degli scandali

Corruzione e classi dirigenti Le attuali vicende ricordano il post-Risorgimento, quando, esaurita la destra storica, dilagarono qualunquismo e moralismo

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 6 maggio 2016
Non passa ormai giorno senza che l’intreccio perverso tra affarismo e partiti (a prescindere dai suoi connotati delittuosi o meno) invada le cronache politiche, facendo riemergere in continuazione i termini della questione morale. E gettando una maschera sinistra sul preteso “rinnovamento” con il quale il nuovo corso renziano avrebbe travolto un sistema palustre e anchilosato. Se attraverso gli scandali è possibile leggere in filigrana la “ragione sociale” delle nostre classi dirigenti, bisognerà spiegare cosa ci sia di veramente nuovo in questa selva di corruttela popolata da porporati, alti burocrati e capitalisti di periferia sempre liberisti a parole, ma all’atto pratico...

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