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Le rivolte sono desideri

Le rivolte sono desideriLe proteste in Libano – Afp

È in atto una transizione internazionale L’urgenza che resta però scoperta è quella di trasformare l’istanza sociale in un programma di cambiamento di sistema, recuperando la categoria della «rivoluzione» come costitutiva della politica e della democrazia

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 27 ottobre 2019
Ribellarsi è giusto. E, a guardar bene, non c’è adesso un solo posto al mondo dove non siano in corso rivolte, domina ovunque una «stabile instabilità». La situazione è «eccellente», ma dentro un vuoto di senso e di indirizzo. Parafrasando Peter Handke, potremmo dire in modo provocatorio che rischiamo da spettatori di assistere a «rivolte senza desideri». Non che il «senso» e l’«indirizzo» non siano evidenti , ma da un emisfero all’altro, le forme di ribellione allo stato di cose presenti assumono connotati contraddittori se non contrapposti. Chiaramente contro le austerità imposte dal neoliberismo, l’America latina si rivolta, in Cile...

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