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Le sembianze di una gradevole utopia
Rossana Rossanda È stata una caposcuola. In un partito-giornale ricco di figure di prim’ordine, impreziosito da espressioni del dissenso cattolico come Lidia Menapace e da una parte di Avanguardia Operaia, era un riferimento
Rossana Rossanda – Emblema
Rossana Rossanda È stata una caposcuola. In un partito-giornale ricco di figure di prim’ordine, impreziosito da espressioni del dissenso cattolico come Lidia Menapace e da una parte di Avanguardia Operaia, era un riferimento
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 25 settembre 2020
Ricordare Rossana Rossanda è molto complicato, essendo stata una figura straordinaria anche per complessità. Poliedrica, intellettualmente raffinatissima, partigiana, giornalista e scrittrice, comunista critica e innovatrice, dirigente politica appassionata, donna mai al maschile. Un arcobaleno, non un’unica strisciata di colore. Talmente stimata, a cominciare da Palmiro Togliatti, da diventare – in epoca ancora segnata dalle ideologie- responsabile della commissione culturale del partito comunista italiano. Ruolo importante e delicato, ricoperto nel Pci da figure sempre di primo piano: da Mario Alicata, a Giorgio Napolitano ad Aldo Tortorella. Chissà se, data la stima che la circondava, proprio con lei non si sarebbe potuto...