Cultura
Le statue della vergogna. Celebrano il passato, ipotecando il presente
Il dibattito Non solo i gerarchi sudisti negli Stati Uniti, ma i simboli del fascismo in Italia e del colonialismo in tutta Europa. Robert E. Lee e i suoi pari non sono pericolosi perché ricordano una guerra dell’Ottocento ma perché legittimano la centralità del razzismo ancora oggi, nel terzo millennio
Rilievi per abbattere la statua del generale confederato Robert E. Lee a Richmond in Virginia foto AP
Il dibattito Non solo i gerarchi sudisti negli Stati Uniti, ma i simboli del fascismo in Italia e del colonialismo in tutta Europa. Robert E. Lee e i suoi pari non sono pericolosi perché ricordano una guerra dell’Ottocento ma perché legittimano la centralità del razzismo ancora oggi, nel terzo millennio
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 12 giugno 2020
In questi giorni, molte persone colte che non avevano visto niente di biasimevole nella distruzione o rimozione delle statue di Marx e Lenin in Europa orientale si sono sentite offese dalla rivendicazione (e dalla pratica) dei movimenti afroamericani negli Stati Uniti di rimuovere le statue dei generali e degli uomini politici del Sud schiavista. A quanto pare, non avere più il monumento a Robert E. Lee nel centro di Charleston o Richmond, sarebbe un’offesa alla memoria, una cancellazione della storia, un insulto alla cultura. Partiamo da noi. Ogni volta che vado allo Stadio Olimpico rimpiango di non avere una gru...