Cultura
Louise Glück, le sue esperienze personali si riflettono nell’archetipo, e se ne lasciano illuminare
Nobel letteratura Dal traduttore italiano, un affondo sui versi di «Averno». Anche i grandi eventi tragici sembrano trasformarsi nei suoi versi: forse solo in America è possibile trovare una parola così risoluta e non sentimentale. Forse le viene dalla psicoanalisi, l’abitudine a riflettere nei versi un’intima distanza
Louise Glück
Nobel letteratura Dal traduttore italiano, un affondo sui versi di «Averno». Anche i grandi eventi tragici sembrano trasformarsi nei suoi versi: forse solo in America è possibile trovare una parola così risoluta e non sentimentale. Forse le viene dalla psicoanalisi, l’abitudine a riflettere nei versi un’intima distanza
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 9 ottobre 2020
Nulla di svagato nei recuperi del classico, che Louise Glück intreccia strettamente a un presente personale e collettivo, o collettivo perché personale. Esemplare la decima raccolta di poesie, Averno, del 2006 (la prima, Firstborn è del 1968). Da noi si sa cosa sia l’Averno, ma la parola non è comune in ambito anglofono, non ha connotati immediatamente luttuosi, e una nota d’apertura al volume segnala che si tratta di un laghetto presso Napoli dagli antichi creduto ingresso all’oltretomba. Glück non è nuova, del resto, a rimandi classici, come dimostrano i titoli The Triumph of Achilles (1985) e Ararat (1990). LA...