Internazionale

Le trappole mortali dei pasdaran per i dissidenti all’estero

Le trappole mortali dei pasdaran per i dissidenti all’esteroSanificazione anti-Covid a Teheran, a cura delle Guardie rivoluzionarie e di volontari delle forze Basij – Ap

Iran Rapiti all'estero, torturati, esibiti in tv per terrorizzare gli oppositori e giustiziati con musica macabra in sottofondo. Tecniche simili a quelle che utilizzava la polizia segreta dello scià. La storia di Habib Chaab, rifugiato politico in Svezia, è stato sedotto da una 007 iraniana che gli ha dato appuntamento a Istanbul. Qui sarebbe stato drogato e trasportato a Teheran

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 20 dicembre 2020
I protagonisti di questa brutta storia sono tre oppositori iraniani. Mandate in onda sulla tv di stato della Repubblica islamica, le loro vicende vogliono incutere terrore tra i dissidenti rifugiati in Occidente e, al tempo stesso, far credere agli iraniani in patria che i pasdaran sono gente in gamba. In realtà, le tecniche per reprimere il dissenso sono le stesse della Savak, la polizia segreta dello scià negli anni Sessanta e Settanta. Il dissidente scappa e un paese europeo gli concede lo status di rifugiato. Dopodiché, cede alla tentazione di tornare in Medio Oriente, anche se non proprio in patria,...

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