Cultura

Le tre stagioni interpretative di un grande sognatore

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Spartiti Una filologia immune da tentazioni dogmatiche

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 21 gennaio 2014
«Quando avevo sette anni ho sentito i Notturni di Debussy alla Scala diretti da Guarnieri, un’esperienza magica. Da allora ho sempre pensato di realizzare questa musica. E un giorno l’ho fatto. Ecco, io vado avanti per sogni, che poi diventano idee, progetti». Così Claudio Abbado dichiarò in un’intervista molti anni fa. Sogni che diventavano idee e poi progetti. Una trentina d’anni per incidere i Notturni, così come una ventina per portare in scena Boris Godunov di Musorgskij e una decina per Tristan und Isolde di Wagner. Sogni che scavano a poco a poco dentro la mente del direttore/sognatore, approfondendosi, sostanziandosi,...

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