Alias Domenica
Léo Ferré, Parigi ha il cuore a fiori
Un omaggio al cantautore bilingue nel ventennale della morte In lui convivevano Pavese e Aragon, Rudel, Cavalcanti e Monteverdi. La sua testualità, vibrante di esistenza, ha prodotto una vasta gamma di interpretazioni
Il cantautore-poeta Léo Ferré
Un omaggio al cantautore bilingue nel ventennale della morte In lui convivevano Pavese e Aragon, Rudel, Cavalcanti e Monteverdi. La sua testualità, vibrante di esistenza, ha prodotto una vasta gamma di interpretazioni
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 16 novembre 2014
Scrisse un saggio su Paul Verlaine, il poeta da lui più amato e a lui più somigliante, che gli specialisti gli invidiarono, cantò la vita come una sublime gratuità, ne disse gli apici carnali e spirituali, fu l’aedo di quella che un filosofo aveva battezzato la dépense, lo spreco d’esistenza sottratta al valore di scambio e a qualunque principio di prestazione, insomma scrisse, cantò e sperperò liberamente la sua poèsie mise en musique, Léo Ferré, l’autore di Paris canaille, l’inno postbellico di una Parigi rediviva dai suoi stessi bassifondi, come di Avec le temps e Ton style, le dolenti elegie...