Cultura
L’eredità eretica e innovativa di Bruno Trentin
Ritratto Il «suo» sindacato voleva agire per autonomia, dignità e libertà dei lavoratori. Fece di formazione e sapere rivendicazioni decisive in dissenso con il tradizionale «fordismo» delle sinistre. Se ne parla oggi a Roma alla presentazione dell’ultimo numero della rivista «Luoghi comuni»
Bruno Trentin
Ritratto Il «suo» sindacato voleva agire per autonomia, dignità e libertà dei lavoratori. Fece di formazione e sapere rivendicazioni decisive in dissenso con il tradizionale «fordismo» delle sinistre. Se ne parla oggi a Roma alla presentazione dell’ultimo numero della rivista «Luoghi comuni»
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 9 gennaio 2020
Nel 1957 Bruno Trentin scrisse a Palmiro Togliatti dopo che il segretario del Pci in un suo intervento al Comitato Centrale aveva detto che il sindacato non doveva pretendere di avere voce in capitolo sulle trasformazioni tecnologiche delle imprese, ma limitarsi alle politiche salariali, viste come l’unico modo a disposizione del sindacato per condizionarne le scelte delle imprese. Trentin manifesta molto apertamente il suo dissenso. Sottrarre al padrone la possibilità di decidere unilateralmente sugli indirizzi, le modalità, i tempi di realizzazione dei cambiamenti tecnologici e organizzativi è fin da allora per lui il compito fondamentale del sindacato. Quello fondativo della...